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Estate

ROMA 1960

L’AFFASCINANTE EVOLUZIONE DEL DESIGN DELLE TORCE OLIMPICHE

Torce ok

NAZIONI: 83

ATLETI: 5.338 ( 611 D - 4.727 U)

EVENTI: 150

TEDOFORI: 1.529

KM: 2.750 (Grecia ed Italia)

ULTIMO TEDOFORO: Giancarlo Peris, atletica leggera

Amedeo Maiuri, noto per i suoi studi archeologici a Pompei, nello sviluppo del progetto della torcia di Roma, si ispirò proprio alle torce visibili nei rilievi e negli affreschi dei monumenti dell’Antica Roma e Grecia. Questa fiaccola, prodotta da Curtisa (Bologna), è innovativa rispetto alle torce delle ultime quattro edizioni e rappresenta i due poli della civilizzazione mediterranea: Atene e Roma.

La fiaccola, infatti, nel suo percorso tra Atene e Roma, fece tappa in importanti siti archeologici come Corinto, Megara, Elussina, Crotone, Metaponto e Taranto. Si compone di alluminio brunito e pesa 580gr; il combustibile fu una specie di resina in capsule. Questi Giochi, grazie al passato ricco di storia della città ospitante, videro una stretta unione tra sport e cultura: lo Stadio di Marmo, le Terme di Caracalla, il Lago Albano e l’Arco Trionfale di Costantino furono teatro delle competizioni olimpiche. Lo statunitense Cassius Marcellus Clay, in seguito conosciuto come Muhammad Ali, guadagnò fama internazionale vincendo la medaglia d'oro nei pesi leggeri. Mitici i 3 ori di Sante Gaiardoni, nel ciclismo, e quello di Nino Benvenuti, nella boxe; 13 ori, 10 argenti e 13 bronzi valsero all’Italia il III posto nel medagliere dei XVII Giochi olimpici estivi. L’edizione di Roma fu l’ultima alla quale fu permesso al Sudafrica di partecipare: il periodo di esclusione durò circa 32 anni, fino al 1992; il Comitato Olimpico Internazionale, infatti, non poté più tollerare le politiche razziste del governo sudafricano.